Cos’è la legge 231 e come si assicura

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Cos'è la Legge 231 e l'elenco dei reati

I reati nella legge 231/2001

Violazione delle leggi in materia di sicurezza sul lavoro:

  • omicidio colposo (art 589 c.p);
  • lesioni personali gravi o gravissime (art. 590 c.p.)

Reati societari

  • false comunicazioni sociali (art 2621 c.c.);
  • false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622 c.c.)
  • falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle società di revisione (art. 2624 c.c.)
  • impedito controllo (art 2625 c.c.)
  • indebita restituzione di conferimenti (art. 2626 c.c.)
  • illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art 2627 c.c.)
  • illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art. 2628)
  • operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2628 c.c.)
  • omessa comunicazione del conflitto di interessi (art. 2629 c.c.)
  • formazione fittizia di capitale (art. 2632 c.c.)
  • indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.)
  • illecita influenza sull'assemblea (art. 2636 c.c.)
  • aggiotaggio (art. 2637 c.c.)
  • ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 c.c.)

Delitto contro la P.A.

  • malversazione ai danni dello Stato ( art. 316 bis c.p.)
  • indebita percezione di contributi finanziamenti o altre erogazioni (art. 316 ter c.p.)
  • truffa a danni dello Stato o di altro ente pubblico (art 640 bis c.p.)
  • truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art 640 bis c.p.)
  • frode informatica in danno dello Stato o di altro e.p. (art. 640 ter c.p.)
  • concussione (art 317 c.p.)
  • corruzione per atto di ufficio (art. 318 c.p.)
  • corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319 c.p.);
  • corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.)
  • istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.)

Delitti informatici e trattamento illecito di dati

  • Falsità in un documento informatico pubblico o avente efficacia probatoria (art. 491-bis c.p.)
  • Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.)
  • Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615-quater c.p.)
  • Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinquies c.p.)
  • Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quater c.p.)
  • Installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinquies c.p.)
  • Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.)
  • Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.)
  • Danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.)
  • Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635-quinquies c.p.)
  • Frode informatica del certificatore di firma elettronica (art. 640-quinquies c.p.)

Delitti contro l’industria e il commercio

  • Turbata libertà dell’industria o del commercio (art. 513 c.p.)
  • Illecita concorrenza con minaccia o violenza” (art. 513-bis c.p.)
  • Frodi contro le industrie nazionali (art. 514)
  • Frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.)
  • Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.)
  • Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.)
  • Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c.p.)
  • Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art. 517-quater c.p.)

 

Reati ambientali:

  • Inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.)
  • Disastro ambientale (art. 452-quater c.p.)
  • Delitti colposi contro l´ambiente (art. 452-quinquies c.p.)
  • Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (art. 452-sexies c.p.)
  • Circostanze aggravanti (art. 452-octies c.p.)
  • Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette (art. 727-bis c.p.)
  • Distruzione o deterioramento di habitat all´interno di un sito protetto (art. 733-bis c.p.)
  • Importazione, esportazione, detenzione, utilizzo per scopo di lucro, acquisto, vendita, esposizione o detenzione per la vendita o per fini commerciali di specie protette (L. n.150/1992, art. 1, art. 2, art. 3-bis e art. 6)
  • Scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose; scarichi sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee; scarico nelle acque del mare da parte di navi od aeromobili (D. Lgs n.152/2006, art. 137)
  • Attività di gestione di rifiuti non autorizzata (D. Lgs n.152/2006, art. 256)
  • Inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o delle acque sotterranee (D. Lgs n. 152/2006, art. 257)
  • Traffico illecito di rifiuti (D. Lgs n.152/2006, art. 259)
  • Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari (D. Lgs n.152/2006, art. 258)
  • Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (D. Lgs n.152/2006, art. 260)
  • False indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti; inserimento nel SISTRI di un certificato di analisi dei rifiuti falso; omissione o fraudolenta alterazione della copia cartacea della scheda SISTRI - area movimentazione nel trasporto di rifiuti (D. Lgs n.152/2006, art. 260-bis)
  • Sanzioni (D.Lgs. n. 152/2006, art. 279)
  • Inquinamento doloso provocato da navi (D. Lgs. n.202/2007, art. 8)
  • Inquinamento colposo provocato da navi (D. Lgs. n.202/2007, art. 9)
  • Cessazione e riduzione dell´impiego delle sostanze lesive (L. n. 549/1993 art. 3)

e altri ancora....

Cos'è il decreto legislativo n. 231 del 2001?

E' un complesso di norme che regola una nuova forma di responsabilità a carico degli Enti

Cosa si intende per Enti?

Si intendono società o associazioni con o senza personalità giuridica; in ogni caso, la legge non si applica alle imprese individuali, alle pubbliche amministrazioni a agli enti pubblici non economici. (Una recente sentenza della Suprema Corte - Cassazione Penale del 7.2.2012 n. 4703 - ha invece confermato l'applicabilità della normativa in tema di responsabilità amministrativa anche ai professionisti - nel caso in esame uno studio odontoiatrico in forma di sas)

Quali sanzioni sono previste nel caso sia accertata la responsabilità amministrativa dell'Ente?

Possono essere applicate sia sanzioni pecuniarie che interdittive. Le sanzioni pecuniarie vanno da un minimo di € 258.220,00 ad un massimo di € 1.549.370,00. Le sanzioni interdittive possono comportare il divieto di esercitare l'attività, la revoca delle autorizzazioni, il divieto di contrattare con la amministrazione, la revoca di finanziamenti e contributi pubblici.

L'affermazione della responsabilità dell'ente è un fatto automatico?

No, dipende da chi ha commesso il reato e da come il fatto è accaduto. I reati possono essere commessi o da soggetti apicali (con funzioni di rappresentanza amministrative, direzione anche di fatto dell'ente o di una sua unità organizzativa), o da soggetti sottoposti alla loro vigilanza, quindi dipendi o collaboratori anche esterni.

Se il magistrato accerta che non è stato adottato un efficace modello organizzativo, l'ente risponderà comunque del reato, a prescindere da chi lo abbia commesso, apicale o sottoposto che sia. Nei casi invece, in cui risulterà che un efficace modello di organizzazione, gestione e controllo sia stato adottato, sarà determinante comprendere quale soggetto abbia commesso il reato:

  1.  se è stato commesso da soggetto apicale, l'ente potrà essere ritenuto responsabile del caso di inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza nei suoi confronti a meno che non dimostri che l'autore del reato ha eluso fraudolentemente il modello di organizzazione e controllo;
  2. se, invece, l'illecito è stato commesso da persone sottoposte all'altrui direzione o vigilanza, l'ente non ne risponderà, ma solo se siamo in presenza di un modello idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.

Quali finalità deve raggiungere il modello organizzativo?

I reati sono di diverse tipologie (vedi elenco). L'impresa può essere più coinvolta in reati societari o collegati alla violazione delle norme antinfortunistica   rispetto ad altri tipi. Comunque sia, potrà opportunamente cautelarsi predisponendo un efficace modello organizzativo, in base alla natura, alle dimensioni e alla tipologia di attività svolta, con la finalità di scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio.

Come può essere raggiunto questo obiettivo?

Nel modello, l'impresa deve innanzitutto individuare le aree della sua attività nelle quali possono essere commessi i reati, poi deve descrivere con quali modalità e con quali mezzi finanziari prevenirli e infine, deve prevedere sia un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello, sia un sistema di informazione dell'organismo di vigilanza.

Organismo di vigilanza?

E' previsto nel sistema della legge 231. Fatta eccezione per gli enti di piccola dimensione, è necessario affidare il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli attuati e di curarne l'aggiornamento a una struttura dotata di autonomi poteri di iniziativa e controllo.

Quindi un buon modello organizzativo ed un organismo di vigilanza efficace possono rappresentare una garanzia sufficiente per l'ente?

Si, se il reato è stato commesso da un sottoposto. Se invece lo ha commesso un soggetto apicale, l'ente deve dimostrare che l'amministratore, l'institore o il dirigente hanno eluso fraudolentemente il modello.

Quindi se il soggetto apicale ha commesso il reato nel suo esclusivo interesse l'ente non ne risponderà?

 In tutti i casi in cui venga accertato l'interesse esclusivo o il vantaggio dell'autore del reato, apicale o sottoposto che sia, l'ente, non avendone tratto alcun profitto, non ne risponderà.

Cosa può accadere quando viene accertata la commissione di un reato da parte di un soggetto apicale o di un sottoposto?

Viene effettuato dalla magistratura un accertamento per valutare se sussiste, oltre alla responsabilità penale personale, anche l'eventuale responsabilità amministrativa in capo all'ente.

Sono previste riduzioni di sanzioni?

Si. La sanzione pecuniaria è ridotta della metà se l'autore del reato ha commesso il fatto nel prevalente proprio o di terzi e l'ente non ne ha ricavato vantaggio o ne ha ricavato un vantaggio minimo, ovvero se il danno patrimoniale cagionato è di lieve entità. Altrimenti, può esserci una riduzione da un terzo alla metà se l'ente ha risarcito integralmente il danno ed ha eliminato, o si è adoperato per eliminare le conseguenze dannose o pericolose del reato. In ogni caso per accedere alla riduzione della sanzione pecuniaria, l'ente dovrà dimostrare di avere adottato e reso operativo, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, il modello organizzativo idoneo a prevenire i reati della specie di quello verificatosi.

E per quanto riguarda le sanzioni interdittive?

L'ente non subirà sanzioni interdittive se oltre a risarcire il danno e a mettere a disposizione il profitto conseguito, dimostrerà di avere eliminato le carenze organizzative che lo hanno determinato. Se invece l'ente dimostrerà l'impossibilità di effettuare le attività riparatorie (risarcimento del danno e restituzione del profitto conseguito, eliminazione delle conseguenze dannose e delle carenze organizzative) il giudice potrà disporre la sospensione del processo per consentire all'ente di provvedervi.

Come si assicura la responsabilità delle società e degli amministratori per la legge 231 del 2001?

Le sanzioni amministrative non sono per legge assicurabili, così come non è possibile assicurare tutte le azioni commesse con dolo. E' opportuno però per l'azienda o per chi svolge funzioni apicali, stipulare una polizza di tutela legale che copra tutte le spese legali connesse alle sanzioni amministrative pecuniarie e non pecuniarie, previste dall'art 9 della legge, comprese le misure cautelari. E' noto infatti che questi procedimenti possono prevedere l'esborso di ingenti somme di denaro e l'utilizzo di avvocati specialistici possano portare ad una risoluzione della problematica. 

Per tutte le posizioni apicali, i membri dell'organismo di vigilanza, e i membri del collegio sindacale è possibile stipulare una polizza di responsabilità civile che li copra dalle responsabilità per colpa nell'esercizio delle loro funzioni.

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